«Con DRIVE PILOT abbiamo sviluppato una tecnologia innovativa che, grazie alle ridondanze di numerosi sensori, permette un funzionamento sicuro e restituisce al cliente il prezioso bene che è il tempo», afferma Britta Seeger, membro della direzione di Mercedes-Benz. In concreto, vengono impiegate numerose telecamere e non meno di 30 sensori radar e lidar (scansione laser tridimensionale)..

A velocità più elevata aumentano le sfide
Attualmente DRIVE PILOT è ufficialmente ammesso fino a una velocità di 60 km/h su tratti di autostrada adatti. Con una velocità più elevata aumentano, tra l’altro, anche gli spazi di frenata e cresce in modo estremamente marcato il volume di dati da elaborare per unità di tempo nell’auto a guida autonoma. I sensori e i chip devono essere di conseguenza più performanti: a tal fine, Mercedes-Benz si avvale di un chip nel «cervello» dei suoi veicoli, capace di effettuare 254 000 miliardi di calcoli al secondo. Questo getta le basi affinché il DRIVE PILOT si avvicini gradualmente ai 130 km/h nei prossimi anni.

Il sistema è completamente responsabile
E quali sono le caratteristiche del prossimo livello 4 (guida altamente automatizzata)? In questo caso, la guida dell’auto viene completamente affidata al sistema per un determinato periodo di tempo. Almeno in teoria, poiché attualmente il quadro giuridico per l’impiego di veicoli di livello 4 non è ancora definito. Tuttavia, anche in questo caso si è raggiunta un’importante pietra miliare: per l’autosilo P6 presso l’aeroporto di Stoccarda, l’ufficio federale tedesco per la motorizzazione (Kraftfahrt-Bundesamt, KBA) ha rilasciato l’approvazione per il sistema di parcheggio completamente automatizzato già menzionato. La tecnologia nel veicolo converte le informazioni dell’infrastruttura nelle manovre di guida, permettendo persino di cambiare piani.

Per quanto riguarda il livello 5, la guida autonoma senza una persona al volante, l’asticella è posta ancora più in alto. I requisiti sembrano troppo complessi per l’intelligenza artificiale (AI) basata sugli incarichi di cui disponiamo oggi. «Se qualcosa non è presente in un set di dati, l’AI non la può elaborare», afferma Gabriel Seiberth della società di consulenza per tecnologia e sicurezza Accenture. «Una persona, invece, entra in un mondo di aspettative e rivolge la sua attenzione solo a ciò che si discosta da esse. I sistemi AI attuali non sono in grado di replicare questo comportamento, poiché non dispongono di un modello del mondo.»

Guidare e lasciar guidare: i cinque livelli della guida autonoma

Livello 1: assistita
Già ampiamente in uso: sistemi di assistenza come tempomat o avviso in caso di rischio di collisione garantiscono una sicurezza e un comfort ancora maggiori. Il sistema fornisce assistenza al conducente, ma deve essere costantemente controllato.

Livello 2: semi-autonoma
Già disponibile in molti veicoli nuovi: in determinate situazioni il sistema segue la corsia, accelera e frena. Il conducente deve essere sempre attento e può togliere le mani dal volante solo per brevi intervalli di tempo.

Livello 3: altamente automatizzata
In pochi modelli di veicoli è già disponibile la guida altamente automatizzata: in determinate situazioni l’auto può navigare in modo autonomo, ad esempio in coda. Il conducente può distrarsi da ciò che succede sulla strada per tempi più lunghi, ma deve comunque essere sempre pronto a riprendere il controllo.

Livello 4: completamente automatizzata
In presenza di condizioni definite in precedenza, non è necessario un conducente. Il sistema può gestire automaticamente tutte le situazioni.

Livello 5: guida autonoma
Una persona al volante è superflua. Il sistema assume completamente e autonomamente la guida in tutte le circostanze. Attualmente è in fase di sviluppo per navette robotiche, non ancora per auto private.

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