Tuffatevi nella chiarezza dei sensi

Quando l’auto e il settore automobilistico si reinventano, entrano in gioco i creativi: Belinda Günther, responsabile Color & Trim, parla della cultura del design vissuta coerentemente alla Mercedes-Benz. Ancorata nella nuova EQE.


24 maggio 2022


Signora Günther, con il modello EQE, Mercedes-Benz intende stimolare gli utilizzatori sul piano sensoriale. Dove emerge particolarmente questa ambizione?
Nell’unione dell’esperienza di lusso analogica e iper-digitale. In questo modo, nella nuova EQE viviamo uno stimolante intreccio di sensazioni.

 

Qual è il linguaggio formale che si ritrova nell’abitacolo della EQE?  
Per me è sempre affascinante aprire la porta di un’EQE e tuffarmi in questa chiarezza dei sensi. Il linguaggio formale è quasi minimalista, senza risultare troppo freddo. Questo calma i sensi. Gli elementi di stile sono ridotti all’essenziale e comunicano proprio attraverso una certa leggerezza e sensibilità.

L’abitacolo minimalista e sensuale del nuovo modello EQE Mercedes-Benz. 

Il chiaro linguaggio formale nell’EQE è leggero e ordinato.

L’abitacolo minimalista e sensuale del nuovo modello EQE Mercedes-Benz. 

Il chiaro linguaggio formale nell’EQE è leggero e ordinato.

L’abitacolo minimalista e sensuale del nuovo modello EQE Mercedes-Benz.

Il chiaro linguaggio formale nell’EQE è leggero e ordinato. 

Come ha contribuito il Suo reparto specialistico Color & Trim – in italiano: Colore e finitura – alla riuscita dell’EQE?

Per la EQE abbiamo creato un mondo di materiali e colori progressivo e lussuoso. Volevamo creare in primo luogo delle superfici gradevoli per le persone. Una miscela di materiali noti come la pelle e di materiali avveniristici come il Neotex, che suscita un’impressione che è un mix di pelle nabuk naturale e di Neopren high-tech. Offriamo le combinazioni di colori con un’estetica discreta o, per i clienti che lo desiderano, con dei contrasti spiccati. Un mondo cromatico fatto di tonalità calde e fredde. Il lusso di Mercedes-Benz è spesso riconoscibile solo al secondo sguardo. Ad esempio in dettagli come le cuciture decorative dei rivestimenti delle porte o le superfici dei coprisedili, con le loro perforazioni che seguono le forme. Per la EQE, in questo contesto, siamo giunti ai limiti del fattibile. Il risultato finale è armonioso – e va di pari passo con il mondo cromatico degli esterni. Si tratta spesso di raffinatezze che non sono percepibili a un primo sguardo. Questo fenomeno è noto anche come «Second Reading»: cose materiali, che non attirano l’attenzione dell’utilizzatore, ma lo stimolano a livello sensoriale. 


Il lusso è definito soprattutto analogicamente. Quali corrispondenze ci sono a livello digitale?
Ovviamente l’impressionante iper-schermo, che nell’abitacolo si estende sull’intera larghezza del veicolo. Mercedes-Benz è la prima casa automobilistica ad aver messo in produzione un vetro autentico formato in 3D di queste dimensioni. Rappresenta un mondo iper-digitale. Mi affascina quello che l’iper-schermo è in grado di offrire alla guidatrice, al passeggero e a tutti i passeggeri. Attraverso questo strumento, il veicolo mette a disposizione la possibilità di rilassarsi, ma è anche sinonimo di comando semplice e di affidabilità assoluta. Il tutto con delle impostazioni che possono essere semplicemente richiamate e salvate. La nostra «illuminazione di atmosfera» rappresenta un altro punto che unisce il mondo digitale e quello analogico. È possibile impostare diversi scenari di luce, a seconda della situazione, del livello di stress o delle caratteristiche del percorso. In autostrada, nel traffico cittadino serale o su una strada di campagna in Toscana – per tutte queste situazioni esistono delle impostazioni luminose adeguate.

Gli equipaggiamenti interni dell’EQE Mercedes-Benz con iper-schermo 

Elemento di design – l’EQE offre diversi scenari di luce, a seconda dell’umore.

Gli equipaggiamenti interni dell’EQE Mercedes-Benz con iper-schermo 

Elemento di design – l’EQE offre diversi scenari di luce, a seconda dell’umore. 

Quali esperienze professionali hanno gli specialisti con i quali collabora nel reparto di design di Mercedes-Benz?
Nella sola sede centrale di Mercedes-Benz a Sindelfingen lavorano 33 designer nella squadra Color & Material – con formazioni che interessano tutti i corsi di studio aventi a che fare col design. Io stessa ho studiato originariamente design della moda e non avevo nessuna affinità con il settore automobilistico. Diamo però lavoro anche a designer tessili, grafici e industriali. Quando assumiamo le persone, prestiamo attenzione a diversi punti chiave delle loro esperienze professionali. 

 

Come riunite il mondo analogico e quello digitale? 
Da noi si incontrano mondi professionali estremamente diversi, che creano assieme qualcosa di unico. Ad esempio, le persone di diversi ambiti di design – come comunicazione, 3D o gaming – collaborano spesso con le colleghe e i colleghi del reparto «Ricerca & Sviluppo». In questo modo sfruttiamo il know-how raggruppato della tecnologia tessile, dell’ingegneria automobilistica e dell’ingegneria meccanica. In questo modo prende corpo una varietà competitiva, che trovo essere molto arricchente. 

 

La pelle continua a essere un materiale di riferimento, che gli altri materiali vogliono riprodurre, quale rivestimento di sedili e superfici? 
Sì e no. Ci sono sicuramente anche altre prospettive. Il materiale Neotex, che abbiamo introdotto nella serie EQ per l’EQS, non può – e non deve – essere paragonato alla pelle. Ha una struttura irruvidita e soprattutto una qualità tattile completamente diversa. Anche la microfibra, quale tessuto del coprisedile, è un materiale con delle caratteristiche uniche, molto apprezzato da molti clienti. Ma naturalmente la vera pelle, uno dei materiali più antichi usati dall’uomo, è ancora la prima scelta in molti segmenti di clienti. Per altre persone è invece troppo fredda d’inverno o è scartata quale prodotto di origine animale. 

 

È in aumento il numero di clienti che richiede dei materiali sostenibili?  
Sì. Registriamo uno sviluppo molto positivo, per il quale oggi abbiamo anche delle ottime proposte. Ci sono già dei clienti che considerano il tema della sostenibilità e le questioni etiche quale fattore decisivo. Si nota che la consapevolezza dei clienti sta cambiando.

 

Quanto sono resistenti le superfici e i materiali dei coprisedili e cosa fa Mercedes-Benz al riguardo? 
I nostri prodotti non devono solo essere belli da vedere, ma soprattutto anche funzionali e progettati per durare. Questa è la nostra promessa di qualità. I materiali delle superfici vengono testati con grande meticolosità. Ci sono test standardizzati come il metodo Martindale. In questo contesto effettuiamo diverse migliaia di cicli di sfregamento per sessione. Dove l’uso e l’usura sono molto elevati – ad esempio sugli schienali e sui cuscini dei sedili sul lato di accesso – viene testato anche quanto tempo è necessario prima che tutto si divida nelle proprie componenti essenziali. Nella maggior parte dei casi non si arriva però fino a questo punto. (Ride.)

 

Ogni veicolo si percepisce prima di tutto con gli occhi. Quali ragionamenti fa Mercedes-Benz in primo luogo al riguardo?  
I nostri prodotti sono pensati per durare. Tuttavia, è importante affrontare anche i flussi della moda e le tendenze cromatiche. Un prodotto viene pianificato e sviluppato da noi per un periodo da tre a cinque anni prima di essere lanciato sul mercato. Dobbiamo quindi trovare un compromesso: da un lato vogliamo cogliere lo spirito del tempo, dall’altro vogliamo anche porre degli accenti e garantire la durata dei prodotti. La ricerca di questo equilibrio rende il nostro lavoro tanto emozionante.