Mitja Birlo

in tour a Milano

Dai Grigioni, il «cuoco dell’anno 2022» della Svizzera si reca a Milano. Quello della sostenibilità è per Mitja Birlo un tema centrale non soltanto in cucina ed è per questo che la sua trasferta verso la metropoli del Nord Italia si svolgerà in modalità completamente elettrica.

20. aprile 2022
 

Lunedì, ore 7:30 presso il 7132 Hotel a Vals. Lo chef Mitja Birlo sorseggia ancora un caffè e addenta un cornetto realizzato dalla panetteria della casa. Ora si può partire. Per una volta, nel corso di questa giornata, il «cuoco dell’anno» non vagherà con la sua brigata in giro per i boschi, non raccoglierà frutti per farne delle conserve né acquisterà al villaggio ciò di cui necessita per il suo lavoro. No, oggi si va a Milano. E anche questo viaggio si svolgerà all’insegna della sostenibilità, dal momento che Birlo viaggia in direzione sud su un’EQB completamente elettrica di Mercedes-Benz. E tra l’altro, come «cuoco dell’anno», Birlo guida una Mercedes-Benz tutto l’anno.

 

Di tanto in tanto, un diversivo

«Vivo volentieri a Vals, ma la quantità e il tipo di stimoli che l’ambiente fornisce è ovviamente limitato. E, in tal senso, un breve viaggio a Milano è già di per sé un utile diversivo che ricerco alcune volte all’anno», afferma Birlo, mentre guida rilassato attraverso il traffico, come sempre imprevedibile, delle autostrade italiane il SUV completamente elettrico con un’autonomia massima di 474 chilometri. Ciò che lega all’Italia il cuoco 36enne, cresciuto per buona parte della sua vita a Berlino, sono anche dei momenti che riguardano i sentimenti e le emozioni: «In famiglia trascorrevamo le vacanze quasi sempre in Italia, molto spesso in Liguria. Il sapore salato dell’olio d’oliva di una focaccia ben lievitata rappresenta per me ancora oggi un ricordo caratteristico della mia infanzia», afferma Mitja Birlo.

Dal 1936 la Trattoria Arlati rappresenta un piccolo gioiello tra i ristoranti milanesi.

Dal 1936 la Trattoria Arlati rappresenta un piccolo gioiello tra i ristoranti milanesi.

Dal 1936 la Trattoria Arlati rappresenta un piccolo gioiello tra i ristoranti milanesi.

Dal 1936 la Trattoria Arlati rappresenta un piccolo gioiello tra i ristoranti milanesi.

Dal 1936 la Trattoria Arlati rappresenta un piccolo gioiello tra i ristoranti milanesi.

Dal 1936 la Trattoria Arlati rappresenta un piccolo gioiello tra i ristoranti milanesi.

La prima destinazione è la Trattoria Arlati, in cui gli ospiti si annunciano suonando un campanello dorato presente a fianco di una porta poco appariscente. All’entrata sono appese foto di personaggi famosi che hanno visitato il locale nel corso della sua lunga storia, come la star di Hollywood Sylvester Stallone. Tuttora la clientela abituale annovera molti artisti o intellettuali. Nella trattoria arredata con quadri e sculture all’insegna della massima cura e attenzione, all’interno dell’accogliente cantina dotata di palco per i concerti viene servita una cucina di tipo tradizionale. «Apprezzo moltissimo la cucina italiana classica: si tratta in realtà di una cucina povera, forse anche un po’ grezza, ma con un grande cuore», ritiene Birlo.

Boschi che crescono sulle facciate degli edifici

Si procede quindi percorrendo la strada che costeggia il Bosco Verticale, in direzione centro città. I due grattacieli, su cui sono stati piantati circa 900 alberi, stanno quasi a simboleggiare l’emblema di una Milano moderna e dotata di una coscienza ecologica: il Bosco Verticale è quindi la tappa perfetta lungo il viaggio di un conducente di auto elettriche. Dopo una breve incursione all’interno del supermercato gourmet Eataly, un mix tra un negozio di prodotti ricercati, una vineria con ristoranti, banconi di pietanze da asporto e molto altro, con un pezzo di guanciale e un pacco di pasta per realizzare la classica Carbonara, Birlo prosegue quindi il proprio tragitto.

Mitja Birlo in giro per Milano e durante la pausa caffè.

Mitja Birlo in giro per Milano e durante la pausa caffè.

Mitja Birlo in giro per Milano e durante la pausa caffè.

Mitja Birlo in giro per Milano e durante la pausa caffè.

Mitja Birlo in giro per Milano e durante la pausa caffè.

Mitja Birlo in giro per Milano e durante la pausa caffè.

«Ho anche l’impressione che, nel momento in cui cercano di elevare la cucina tradizionale a un livello gourmet chic, spesso i ristoranti italiani perdano la loro scommessa», afferma Birlo che, per il suo lavoro è stato insignito di 18 punti GaultMillau e di due stelle Michelin. E, pertanto, per assaporare una pizza cotta in un potente forno a legna in mattoni, Birlo si reca volentieri in una delle filiali di Da Zero, dove viene data grande importanza al lavoro artigianale e alla qualità degli ingredienti: i pomodori, l’olio d’oliva DOP o la mozzarella sono infatti selezionati con la massima cura.

L’aspetto principale è che sia buono
Ma prima di tornare nuovamente in autostrada alla volta di Chiasso, resta ancora un po’ di tempo per un caffè e per assaporare un pezzetto di «dolce vita» siciliana all’interno del piccolo bar-caffetteria Made in Sicily dove, dietro il vetro del bancone, stanno in bella mostra i classici della pasticceria, come la cassata, i cannoli ripieni di ricotta e pistacchi o i succosi babà.
 

Milano ha rappresentato soltanto una breve trasferta gastronomica? O magari anche una fonte d’ispirazione per il «cuoco dell’anno»? Durante il viaggio di ritorno, al volante della sua EQB, Birlo spiega: «I pensieri creativi non seguono un percorso fisso, possono infatti essere generati da qualsiasi stimolo: la visita a una città, le vacanze in Thailandia o, più spesso, semplicemente da quello che ci comunica la nostra pancia. Alla fine, per me come cuoco, c’è solo una domanda che conta davvero: Mi piace o no?» E mentre sull’autostrada scende la sera, possiamo sicuramente affermare: Milano ci è piaciuta.

 

 

Autore del testo originale: David Schnapp

Fotografie: Thomas Buchwalder